giovedì 17 settembre 2009

Domani nella battaglia pensa a me di Javier Marías

salvaDomani nella battaglia pensa a me

di Javier Marías, Einaudi 1998



"Domani nella battaglia pensa a me, e cada la tua spada senza filo. Domani nella battaglia pensa a me, quando io ero mortale, e lascia cadere la tua lancia rugginosa. Che io pesi domani sopra la tua anima, che io sia piombo dentro al tuo petto e finiscano i tuoi giorni in sanguinosa battaglia. Domani nella battaglia pensa a me, dispera e muori". W. Shakespeare 


Alcuni sostengono che leggere romanzi è un no-sense in quanto storie mai esistite e che mai esisteranno. Li invito a leggere l’epilogo di "Domani nella battaglia pensa a me" di Javier Marías.


 


“Sembra un dato di fatto che l’uomo [...] ha bisogno di conoscere il possibile oltre il vero, le congetture e le ipotesi e i fallimenti oltre ai fatti, ciò che è stato tralasciato e ciò che sarebbe potuto essere oltre a quello che è stato. [...] ogni percorso si compone anche della perdite e dei nostri rifiuti, delle nostre omissioni e dei nostri desideri insoddisfatti, di ciò che una volta abbiamo tralasciato o non abbiamo scelto o non abbiamo ottenuto, delle numerose possibilità che nella maggior parte dei casi non sono giunte a realizzarsi – tutte tranne una, alla fin fine -, delle nostre esitazioni e dei nostri sogni, dei progetti falliti [...]. E mi spingo a pensare che sia appunto la finzione a raccontarci tutto questo, o meglio, a servirci da promemoria di quelle dimensione che siamo soliti lasciare da parte al momento di raccontare e di spiegare noi stessi e la nostra vita [...]”.


 


Nei primi capitoli del romanzo si ha l’impressione di essere a teatro: le scene sono lente, le descrizioni materiali e le dinamiche psicologiche profonde e articolate. In cinquanta pagine Javier Marías descrive quello che accade in pochi minuti. Una donna invita un uomo a casa a cena. Marta sposata con un figlio piccolo e con il marito in viaggio di lavoro; Victor divorziato, a caccia di esperienze sessuali. Stanno per fare l’amore, e fin qui niente di strano o surreale, ma lei comincia a sentirsi male e in pochi minuti muore. Victor decide di andare via, di lasciare il bambino da solo con la madre morta, di non chiamare nessuno ma da quel momento è intrappolato nel “dopo vita” di Marta.


Di qui parte il romanzo e si avvia la macchina della finzione. Ciò che Victor imparerà su Marta e sulla sua famiglia lo lascerà sempre più incredulo. Ma è la vita, e a volte anche la morte, a lasciarci così, confusi…


Svelare il mistero della vita di Marta, del perché si accingeva a tradire un marito “in apparenza” sinceramente innamorato di lei, perseguita Victor… e noi, per tutto il romanzo.


E impariamo che le realtà che costruiamo per i nostri occhi e per i nostri neuroni non sono mai come sembrano; anche le persone a noi più chiare, nel tempo, non restano uguali a sé, o meglio a ciò che noi pensavamo, ma si modificano alternativamente; muoiono e rinascono.


Agata Santamaria


 


Ascolta:


http://www.einaudi.it/multimedia/Diego-De-Silva-consiglia-Domani-nella-battaglia-pensa-a-me

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